Sezioni

Sezioni

22 gennaio 2021

Il recovery plan (in materia di giustizia) all'amatriciana: come batter cassa senza soluzioni di sistema - di Marco Siragusa

 


Un Paese, il nostro, che ha terminato le ultime due guerre mondiali dalla parte opposta rispetto al sistema di alleanze con cui ne aveva iniziata una e avrebbe dovuto iniziare l'altra, cerca di uscire dalla "guerra virale" del Covid-19 alla sua maniera: senza serietà!

Ecco il "piano Marshall" per batter cassa all'UE e ottenere i fondi del recovery plan. 

Ovviamente ci occuperemo dell'estratto delle proposte in materia di giustizia nella parte riguardante il processo penale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - Nextgenerationitalia che troverete al 👉 link.

Le novità. Ad una semplice lettura si ha la sensazione dell'improvvisazione che contraddistingue le scelte di politica giudiziaria italiana, della poca autorevolezza dei rappresentanti del governo e della trazione "burocratica" che anima le idee.

Il Recovery plan è un'occasione unica per la enorme quantità di denari che saranno riversati nel nostro asfittico sistema economico, già provato dalla crisi e "ammalato" dal coronavirus.

Un'occasione talmente ghiotta da aver già prodotto una crisi di Governo.

Quale che sarà la soluzione della crisi, l'ineffabile Ministro Bonafede sembra destinato ad esser riconfermato per la terzo volta. Il giurista mazarese, perfezionatosi sulle rive dell'Arno, regge gli equilibri e pare legato a doppia mandata al Premier Conte. Con certezza, il tema della riforma della giustizia è un mantra che riempie l'agenda politica ormai da anni, ma solo a parole.

Ne abbiamo dimostrazione in questa occasione: poco o niente, in termini di risorse e riforme, è destinato alla soluzione dei problemi. Le proposte, nella migliore delle ipotesi, argineranno i problemi per un paio d'anni, lasciando il sistema inefficiente.

Siamo in presenza di riforme contingenti e non strutturali e di sistema. Nel dettaglio ecco cosa prevede il piano:

1. ulteriori soluzioni tecnologiche per ridurre i “tempi morti” del processo penale: siamo pronti a scommettere che i burocrati di Via Arenula avranno modo di sbizzarrirsi con il loro U.C.A.S., ufficio complicazione affari semplici;

2. Un’attenzione particolare è riservata al giudizio d’appello (ancora!) definito "vero e proprio collo di bottiglia del processo penale" (riconosciamo fantasia linguistica). Si rinvia al punto 8.

3. Rimodulazione delle indagini preliminari per rendere più difficilmente eludibile il termine di durata massima con la previsione di quelle che Gianni Canzio ormai da anni definisce "finestre giurisdizionali".  Verrà introdotto l’obbligo per il p.m. di depositare gli atti delle indagini al decorso dei termini massimi di durata, con l’ulteriore obbligo di presentare richiesta di archiviazione o esercitare l’azione penale entro il termine di trenta giorni dalla presentazione della relativa richiesta da parte del difensore dell’indagato o della persona offesa.

4. Modifica del giudizio dell'udienza preliminare che da prognostico diventerà diagnostico (il fine è lodevole, ma a noi pare che il dibattimento nascerebbe con un'ipoteca iscritta a favore dell'accusa).

5. Viene modificata la disciplina dei riti alternativi in modo da incentivarne l’adozione, ma sono esclusi - in pieno stile populista - "casi in cui si proceda per reati molto gravi" (quali sono? perché non prevedere il "patteggiamento" sulla qualificazione giuridica?).

6. Con riguardo al giudizio dibattimentale, la riforma contiene alcune ambiziose direttive pretesamente volte all’accelerazione dei tempi: a) l’eliminazione della necessità del consenso delle altre parti processuali per revocare l’ammissione di una prova alla quale abbia rinunciato la parte richiedente; b) la previsione che il deposito degli elaborati delle consulenze tecniche e delle perizie debba avvenire entro un termine antecedente all’udienza fissata per l’esame del consulente o del perito; c) l’obbligo per il giudice di stabilire e comunicare alle parti, all’inizio del dibattimento, il calendario del processo.

7. Con riguardo al procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica viene introdotta un’udienza “filtro” nella quale il giudice (diverso da quello davanti al quale, eventualmente, dovrà celebrarsi il giudizio) valuta, sulla base degli atti presenti nel fascicolo del pubblico ministero, se il dibattimento debba essere celebrato o se, al contrario, debba intervenire una pronuncia di sentenza di non luogo a procedere (ci pare che i tempi si allungheranno, con buona pace degli obiettivi annunciati).

8. Gli interventi riferibili al giudizio d’appello sono numerosi e significativi: a) il difensore potrà appellare la sentenza di primo grado solo se munito di uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza stessa, con l’obiettivo di evitare le impugnazioni presentate nell’interesse di soggetti che si sono resi irreperibili (riforma autoritaria, inutile, e volta a complicare l'accesso all'appello, e che non dichiara il fine: mettere un freno al "proletariato forense" e alle impugnazioni da patrocinio a spese dello Stato); b) si elimina la possibilità di presentare l’impugnazione nella cancelleria di un ufficio giudiziario diverso da quello che ha emesso l’atto da impugnare previa disciplina del deposito telematico dell'impugnazione  (esiste già nella previsione dell'art. 24 della L. 176/2020); c) viene introdotto il giudice monocratico d’appello, con competenza a giudicare sulle sentenze di primo grado pronunciate dal giudice monocratico, accompagnando tale innovazione con adeguate garanzie per le parti (ancora una prova di pericoloso populismo ...).

L’obiettivo (solo annunciato) della riforma è insomma quello di snellire e semplificare il processo ma è evidente come si tenda a limitare, con inutili interventi, i diritti di difesa dei cittadini.

In generale ci pare poca, pochissima, cosa. E certamente non una novità da giustificare il nome ("riforma epocale") che autoreferenzialmente le venne attribuita dall'attuale titolare del dicastero di Via Arenula.

Quanto poi sia serio chieder danari all'Europa e indebitare le generazioni future senza risolvere strutturalmente i problemi, è conclusione che affidiamo ai lettori ...



 scarica al  link l'estratto delle proposte in materia di giustizia