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29 giugno 2022

DIRITTI DI COPIA: QUALCOSA SI MUOVE, MA BISOGNA GUARDARE OLTRE.

 

 

 

L'estate scorsa avevamo indicato una questione per l'Avvocatura: quella dei diritti di copia (post al link).

Ritenevamo e riteniamo che la pretesa dell'accusatore di far pagare i diritti di copia sia ingiusta. Non si può pretendere che l'accusato patisca un costo per accedere ai documenti sulla cui scorta cogliere le accuse che gli si muovono e quindi difendersi. Si tratta di una questione che si era posta durante il processo celebrato a Catanzaro per la strage di Piazza Fontana e che poi si era sopita. 

Nel maggio scorso eravamo tornati sul tema (Post al link), poiché non soltanto il senatore Matteo Renzi si era accorto della questione, allorquando gli erano stati richiesti 4.000 euro per l'estrazione di copia dei documenti versati al fascicolo dell'indagine che lo riguarda, ma anche perchè il Ministero della Giustizia aveva diramato alcune indicazioni agli Uffici di Procura che partecipano alla sperimentazione dell'applicativo Tiap, per l'accesso da remoto agli atti

Nel testo del documento, reso <<al fine di scongiurare qualsivoglia pericolo di danno all'erario>>, si precisava che l'esenzione dal versamento dei diritti di copia prevista, ex art. 40 T.U. Spese Giustizia, per il caso dell' estrazione degli atti dal fascicolo informatico, non si attaglia all'ipotesi di estrazione di atti, da remoto, tramite l'applicativo Tiap. A rendere evidente la diversa situazione sarebbe valsa la necessità dell'intermediazione della cancelleria (Nota della DgDag al link) .

Gli uffici di Procura si erano conseguentemente adeguati, prevedendo che  lo stesso accesso, da remoto, al fascicolo diventasse  subordinato al pagamento dei diritti di copia per l'intero fascicolo.(Nota al link).  

Nel ribadire la nostra contestazione già al principio che sussistesse un onere economico, avevamo anche segnalato che la piega che stava assumendo la sua concreta declinazione avrebbe costretto ciascun interessato a sobbarcarsi oneri che potevano diventare notevolissimi (intervista a ius radio web law).

Effettivamente il tema si è presto manifestato. Proprio in questi giorni alle parti interessate al procedimento per il crollo del Ponte Morandi è stata chiesta la corresponsione dell'astronomica cifra di 750.000 euro.  

Ieri, finalmente, il deputato DEVIS DORI ha formalizzato un'interrogazione orale al Ministro della Giustizia, con la quale, traendo spunto da alcune osservazioni dell'avvocatura, ha rammentato che <<tramite Portale, le copie dopo una semplice procedura di upload della richiesta di
abilitazione della parte ed il conseguente e autonomo download del file
>> e che in casi come quelli del Processo Morandi il diritto di difesa viene frustrato dalla richiesta di oneri economici proibitivi
(interrogazione al link).

Condividiamo ovviamente il merito della iniziativa, ma ci piacerebbe che fosse affermato il principio: NON SI PUO' CHIEDERE UN SOLO EURO  ALL'ACCUSATO CHE INTENDA ACCEDERE AI DOCUMENTI SULLA CUI SCORTA LO SI ACCUSA.