Sezioni

Sezioni

15 marzo 2021

I numeri delle carceri al 28 febbraio 2021. L'analisi di Nicola Galati (*)


Torniamo ad occuparci di carcere. Nei giorni scorsi, con il commento di Daniele Livreri, abbiamo pubblicato l'ultimo rapporto dell'Associazione Antigone (link). Oggi pubblichiamo l'analisi di Nicola Galati (*) sulla situazione delle carceri, dopo che il Ministero ha diffuso i dati aggiornati al febbraio di quest'anno. Dall'analisi emergono situazioni di criticità quanto al sovraffollamento, mentre viene sfatata l'equazione carcere=sicurezza sociale. Rimane alto il numero di innocenti (presunti) detenuti in attesa di giudizio, segno evidente dell'abuso della carcerazione preventiva ...


I numeri delle carceri dal 28 febbraio 2021. 

L'analisi di Nicola Galati (*)


Il Ministero della Giustizia ha pubblicato l’aggiornamento mensile su “detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari per regione di detenzione” (al link). 



I detenuti presenti, al 28 febbraio, sono 53.697 (per una capienza regolamentare di 50.551) e sono aumentati rispetto al mese precedente (al 31 gennaio erano 53.329). 

Lo stesso Ministero precisa che <<il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato>>. La capienza effettiva, pertanto, è ulteriormente ridotta rispetto a quella ufficiale. Permane, quindi, la condizione di sovraffollamento carcerario che ha già portato alla condanna dell’Italia dinanzi alla Corte EDU per la violazione dell’art. 3 della CEDU (<<Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti>>).

L’analisi dei dati riguardanti i singoli istituti dimostra, inoltre, la presenza di situazioni particolarmente critiche, con un tasso di sovraffollamento superiore alla media nazionale. 


Le condizioni, limitatamente al numero dei presenti, sono indubbiamente migliorate rispetto ad un anno fa (i detenuti presenti, al 29 febbraio 2020, erano 61.230), grazie ai provvedimenti normativi ed all’azione della Magistratura, non solo quella di Sorveglianza, che hanno favorito la diminuzione delle presenze in seguito all’esplosione della crisi pandemica. Dal marzo 2020, quando erano presenti 57.846 detenuti, vi è stata una forte riduzione che ha portato a 53.387 detenuti nel mese di maggio 2020. 



Già dal giugno 2020, però, vi è stato un lieve aumento delle presenze che ha portato al picco dell’ottobre scorso (54.868). Dopo un lieve calo coinciso con la c.d. “seconda ondata” della pandemia, che ha portato ai 53.329 detenuti del gennaio 2021, registriamo adesso un nuovo aumento delle presenze. 

Solo la necessità di scongiurare l’esplosione di una bomba pandemica all’interno degli istituti ha indotto, nei mesi scorsi, la politica all’adozione di provvedimenti urgenti che hanno determinato una diminuzione del numero dei detenuti presenti. Quanto fatto, però, è stato insufficiente, tanto da non consentire una riduzione del numero dei presenti al di sotto della soglia dei posti disponibili. È stato, invece, sufficiente a scatenare le critiche da parte di esponenti politici, giornalisti ed opinione pubblica che hanno sfoggiato la solita consunta bandiera del giustizialismo. 

Eppure la diminuzione dei detenuti presenti, negli ultimi mesi, non ha prodotto l’ondata di crimini paventata dagli aedi della sicurezza. Si possono, quindi, incentivare le misure alternative alla detenzione senza contraccolpi sociali. È auspicabile, però, che questa rivoluzione culturale attecchisca al di là dell’emergenza sanitaria. 

Altro aspetto significativo riguarda la posizione giuridica dei detenuti. Quelli in attesa di primo giudizio sono 8.877, 7.938 i condannati con sentenza non definitiva. Circa 1/3 dei detenuti attualmente presenti negli istituti è costituito da presunti innocenti. Un dato che si mantiene costante da tempo e che dimostra l’eccessivo ricorso alla custodia cautelare in carcere. Nonostante le riforme degli anni scorsi ed i recenti inviti a limitare il ricorso alla custodia in carcere (onde evitare di aggravare la situazione di sovraffollamento e scongiurare l’ipotesi di ingresso di soggetti potenziali portatori del virus), il ricorso alla custodia in carcere quale extrema ratio resta un’amara illusione.






(*) Nicola Galati Avvocato del Foro di Palmi. Collabora con Penale Diritto e ProceduraPercorsi Penali ed Extrema Ratio.