Sezioni
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09 aprile 2025
Secretazione atti di indagine ai sensi dell’art. 329, comma 3, cod. proc. pen. e limitazioni del diritto di difesa – Eccezione di nullità ex art. 178, comma 1, lett. c), cod. proc. pen. – Condizioni.
08 aprile 2025
Associazione e reati fine: condizioni per il continuato
La prima sezione della Corte ha affermato che << l’unicità del disegno criminoso tra il reato associativo ed i diversi reati fine è configurabile solo quando questi ultimi - oltre a rientrare nell’ambito dell’attività del sodalizio criminoso e oltre ad essere finalizzati al suo rafforzamento - siano stati programmati, almeno a grandi linee, al momento dell'ingresso nell'associazione stessa (Sez. 1, n. 1534 del 09/11/2017, Giglia, Rv. 271984 - 01; cfr. anche Sez. 1, n. 39858 del 28/04/2023, Sallaj, Rv. 285369 - 01, in tema di associazione per delinquere di stampo mafioso)>> (sentenza al link)
07 aprile 2025
Convegno sul traffico di stupefacenti, le slides del consigliere Toriello*.
Per gentile concessione del relatore, consigliere Michele Toriello, pubblichiamo le slides (al link) della sua relazione, tenuta al convegno "Il traffico di stupefacenti tra problemi teorici e nuovi orientamenti giurisprudenziali", organizzato dalla Camera penale di Trapani (locandina al link)
* Magistrato in servizio presso l'ufficio del massimario e applicato presso la prima sezione della Corte di cassazione
04 aprile 2025
Detenzione di stupefacenti per uso personale: la Cassazione blocca l'esecuzione delle sentenze tedesche in Italia
Punti chiave della sentenza:
Ricorso per Cassazione: Il difensore dell'interessato ha presentato ricorso, sostenendo che la Corte di Appello ha erroneamente riconosciuto le sentenze tedesche, applicando la decisione quadro 2002/584/GAI, che riguarda il "traffico di stupefacenti", mentre i reati contestati riguardavano l'acquisto di stupefacenti per uso personale, esclusi dalla nozione di traffico illecito.
Decisione Quadro 2008/909/GAI: La Corte di Cassazione ha esaminato il quadro giuridico della decisione quadro 2008/909/GAI, che regola il riconoscimento reciproco delle sentenze penali nell'UE, escludendo il controllo della doppia incriminabilità per alcuni reati, tra cui il "traffico illecito di stupefacenti". Tuttavia, la detenzione per uso personale non rientra in questa categoria.
Errore Manifesto: La Corte ha stabilito che l'autorità giudiziaria italiana può verificare se lo Stato di emissione (in questo caso la Germania) abbia commesso un errore manifesto nel classificare il reato di detenzione per uso personale come "traffico illecito di stupefacenti". La Corte ha ritenuto che la detenzione per uso personale non rientri nella nozione di traffico illecito, come definito dalla decisione quadro 2004/757/GAI.
Armonizzazione Europea: La Corte ha sottolineato che l'Unione Europea ha armonizzato solo minimamente le norme relative al traffico illecito di stupefacenti, escludendo esplicitamente le condotte finalizzate al consumo personale. Pertanto, le sentenze tedesche non possono essere riconosciute per i reati di detenzione per uso personale.
Annullamento e Rinvio: La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro e ha rinviato il caso a un'altra sezione della stessa Corte per un nuovo giudizio. La Corte di Appello dovrà procedere al riconoscimento parziale delle sentenze, escludendo i reati di detenzione per uso personale, e informare le autorità tedesche per un eventuale ritiro del certificato di esecuzione.
Conclusione: La sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che le condanne per detenzione di stupefacenti per uso personale non possono essere riconosciute ed eseguite in Italia in base alla decisione quadro 2008/909/GAI, poiché non rientrano nella nozione di "traffico illecito di stupefacenti". La Corte ha quindi annullato la decisione della Corte di Appello e rinviato il caso per un nuovo giudizio.
03 aprile 2025
Misure di prevenzione: la Cassazione respinge ricorso su credito professionale dopo sequestro auto – Fatture non sufficienti a provare il credito
La sentenza della Corte Suprema di Cassazione, Sezione Penale, riguarda il ricorso proposto da un avvocato contro la decisione del Tribunale di Roma di rigettare la sua richiesta di ammissione di un credito professionale nello stato passivo del procedimento di prevenzione nei confronti di un suo cliente. Il credito riguardava il sequestro e la successiva restituzione di un'autovettura.
Fatti principali:
Sequestro e restituzione dell'autovettura: L'autovettura era stata sequestrata e poi restituita all'avvocato.
Richiesta di ammissione al passivo: L'avvocato aveva richiesto l'ammissione del suo credito professionale, parzialmente soddisfatto con il trasferimento dell'autovettura, ma il Tribunale di Roma aveva rigettato la richiesta, ritenendo che non vi fosse prova sufficiente dell'esistenza di un credito maggiore rispetto al valore dell'auto.
Fatture allegate: L'avvocato aveva allegato due fatture per un totale di 18.200 euro, emesse dopo il sequestro, ma il Tribunale le aveva ritenute insufficienti a provare il credito, considerandole mere documentazioni contabili.
Argomenti del ricorrente:
L'avvocato sosteneva che le fatture dimostrassero l'attività da lui svolta, mai contestata, e che fossero sufficienti a provare il credito.
Considerazioni della Corte:
Infondatezza del ricorso: La Corte ha ritenuto infondato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale.
Verifica dei crediti nel procedimento di prevenzione: La Corte ha ribadito che il giudice della prevenzione ha il compito di verificare l'effettività dei crediti, assicurando la tutela dei terzi e prevenendo manovre collusive per sottrarre beni al sequestro.
Insufficienza delle fatture: La Corte ha concordato con il Tribunale che le fatture, da sole, non costituiscono prova sufficiente dell'esistenza e della consistenza del credito, specialmente se emesse dopo il sequestro e senza ulteriori prove delle prestazioni effettivamente svolte.
Mancanza di ulteriori prove: La Corte ha evidenziato che l'avvocato non ha fornito ulteriori prove, come un parere dell'associazione professionale, per dimostrare l'esistenza e l'ammontare del credito.
Decisione finale:
La Corte ha rigettato il ricorso e condannato l'avvocato al pagamento delle spese processuali.
02 aprile 2025
40^ anniversario della strage mafiosa di Pizzolungo. In memoria dei gemellini Asta e della madre Barbara Rizzo
Ricorre oggi il 40mo anniversario della strage mafiosa di Pizzolungo, l'attentato al magistrato Carlo Palermo nel quale morirono i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta e la madre Barbara Rizzo.
Ricordiamo la strage pubblicando l’articolo a firma di Aaron Pettinari su "Antimafiaduemila" (link).
Le sentenze di condanna ai mandanti sono definitive, giusta l’ultima pronuncia della corte di cassazione (link). Ma rimane ancora molto da accertare sulla strage e sul movente (il magistrato Carlo Palermo era arrivato a Trapani da poco più di quaranta giorni, proveniente da Trento, quando vi fu l’attentato). “Una pista del possibile movente è indicata nella sentenza con la quale sono stati condannati Totò Riina, Vincenzo Virga e Balduccio Di Maggio. […] Carlo Palermo, […] era sulle tracce di un intreccio che legava mafia, trafficanti d’armi e massoni”.
01 aprile 2025
SS.UU. n. 9788/2025: il ricorso straordinario ex art. 625-bis cod. proc. pen. deve riguardare un errore di fatto e non di valutazione giuridica