Il Ministero della giustizia ha pubblicato i dati definitivi (convalidati) inerenti gli adulti in area penale esterna al 31.12.2024 (Relazione al link).
Anzitutto deve rilevarsi che
il dato al 31.12.2024 mostra un sensibile incremento dei soggetti in area
penale esterna per pene sostitutive rispetto a quelli presenti al 31.12.2023:
il numero di costoro è passato da 1816 a 5200.
Detto che in considerazione dell'oggetto del documento ("adulti in area
penale esterna") non sono indicati i condannati la cui pena detentiva
sia stata sostituita con la sanzione pecuniaria, si può notare che la
semilibertà sostituiva riguarda appena 17 persone, mentre la detenzione
domiciliare afferisce 1065 soggetti. Più consistenti, com’era prevedibile, sono
invece i numeri che si riferiscono al lavoro di pubblica utilità sostitutivo,
che interessa 4118 persone.
A fronte di questi numeri,
v'è da chiedersi se le pene sostitutive lascino intravedere la possibilità di
raggiungere gli obiettivi auspicati in sede di c.d. Riforma Cartabia, in
particolare, per limitarsi all'impatto sull'area della esecuzione penale, quello
di ridurre il numero di detenuti per pene detentive brevi e dei c.d. liberi
sospesi.
In tal senso, si rammenti,
per ciò che attiene alla esecuzione intramuraria, che la Relazione illustrativa
alla Riforma aveva considerato come <<nella prospettiva del carcere,
afflitto da strutturali problemi di sovraffollamento, la
riforma delle pene sostitutive promette un significativo impatto, concorrendo
alla riduzione del numero dei detenuti per pene brevi>>.
Orbene, è evidente che per scrutinare l'impatto sul mondo carcerario delle pene sostitutive non ci si può limitare a considerare il numero complessivo dei condannati in stato di detenzione, passati dai 37.631 del 2021 (anno preso in considerazione dalla Relazione illustrativa) ai 46.232 del 31.12.2024; il raffronto andrebbe piuttosto condotto con riferimento ai dati inerenti i soli condannati in espiazione muraria per pene fino ai 4 anni. Ma tale analisi non è agevole, infatti la Relazione illustrativa, secondo cui al 2021 i detenuti per pene inflitte in misura inferiore a quattro anni erano pari al 29,9%, fruiva di dati specifici, lì dove, invece, il dato pubblico al 31.12.2024 offre un indice aggregato per i detenuti condannati a pena tra 3 e 5 anni (detenuti presenti per pena inflitta al link). Neppure il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale sembra avere il dato di interesse (Report analitico al link)
A tal punto, per giungere ad un raffronto su entità di pene omogenee non resta che calcolare la percentuale di detenuti presenti al 31.12.2021 con pena fino a 5 anni e poi compararla con quella dei carcerati con la medesima pena inflitta al 31.12.2024. Tale raffronto consegna una percentuale in crescita dal 41.19% del 2021, all'attuale 42,82% dei carcerati.
All'esito di tale indagine,
pur con le avvertenze di cui sopra, pare di potersi affermare che le pene sostitutive non abbiano inciso, non soltanto sul
numero complessivo di detenuti, ma neppure su quello dei carcerati chiamati a
scontare pene detentive c.d. brevi.
Il ricorso alle pene sostitutive, per come ricordato dall'attuale Ministro della giustizia, nel corso di un'interrogazione parlamentare, avrebbe dovuto ridurre il fenomeno dei c.d. liberi sospesi (interrogazione al link).
Tuttavia, e ancora una volta, non è agevole constatare in modo definitivo se il numero di istanze pendenti avanti ai Tribunali di sorveglianza si sia ridotto nel corso dell'ultimo biennio. Invero difettano statistiche pubbliche. In ogni caso, in occasione dell' interrogazione parlamentare poc'anzi citata, è emerso che in epoca coeva all'entrata in vigore della Cartabia (recte: al 13.12.2022) vi erano ben 90.120 "liberi sospesi". Tale numero, a prestar fede ad uno studioso attento, quale Fabio Fiorentin, pare cresciuto, potendosi al 2024, stimare, per difetto, intorno alle 100.000 unità (F. Fiorentin "I liberi sospesi tra criticità presenti e prospettive di riforma" in Sistema penale).
In sintesi, come già
avvenuto per altre misure, non pare che le pene
sostitutive siano in grado di ridurre il numero di detenuti e neppure quello
dei liberi sospesi.
Verosimilmente è radicalmente da ripensare il modello delle pene edittali: il sistema carcerocentrico deve essere superato, invertendo il rapporto tra le sanzioni non detentive e quelle detentive.