22 aprile 2025

Suicidi in carcere: la Cedu condanna l'Armenia, ma la pronuncia "parla" anche all'Italia.


La V sezione della CEDU, chiamata a pronunciarsi nel CASE OF PETROSYAN v. ARMENIA, a fronte di un suicidio in carcere di un detenuto, ha condannato l'Armenia per violazione dell'art. 2 della Convenzione, a mente del quale "Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge".

E' d'interesse osservare che la Corte ha rilevato come le Autorità abbiano un dovere di protezione dei detenuti, dovendo rispondere di quanto gli accada in carcere, in particolare in caso di morte (<<...persons in custody are in a vulnerable position and that the authorities are under a duty to protect them. It is incumbent on the State to account for any injuries suffered in custody – an obligation that is particularly stringent when an individual dies.) 

La Corte ha peraltro specificato che, ove gli stati pongano in carcere perosne affette da malattie mentali dovranno garantire loro condizioni corrispondenti ai bisogni correlati alle loro patologie (<<As regards mentally ill persons in particular, the Court has considered them to be particularly vulnerable. Where the authorities decide to place and keep in detention a person suffering from a mental illness, they should demonstrate special care in guaranteeing such conditions as correspond to the person’s special needs resulting from his or her disability>>).

Si tratta di un evidente monito per il nostro paese. 

(pronuncia CEDU al link)


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