19 febbraio 2025
Misure di prevenzione e crediti di data certa
Rinuncia all'impugnazione è diritto personalissimo
La Corte ha osservato che la rinuncia all'impugnazione <<è un diritto personalissimo, che richiede la manifestazione inequivoca della volontà dell'interessato, espressa personalmente o a mezzo di procuratore speciale>> (sentenza al link).
18 febbraio 2025
I costi della giustizia: quasi 27 milioni l'anno, almeno 73.500 euro al giorno, vengono spesi in riparazione da ingiusta detenzione
L'ultima pubblicazione che sul tema avevamo edito risale al 14 febbraio 2021 (al link). Allora i dati erano riferiti all'anno 2018.
Nell'anno 2024 si registra un calo rispetto al 2018, 2019 e al 2020, ma l'ammontare complessivo degli indennizzi risulta sempre elevatissimo.
Dall’ultima Relazione disponibile (quella del 2024 al link) sull’applicazione delle misure cautelari predisposta ex art. 15 L. 47/2015 emerge che, per l' anno appena trascorso, i contribuenti italiani hanno sopportato il costo di 26,9 milioni per la riparazione delle ingiuste detenzioni, circa 73.500 euro al giorno.
Nella tabella (foto sopra) troverete la ripartizione per singolo distretto delle Corti d’Appello.
I soli Distretti di Catanzaro (4,274 mln), Palermo (4,785 mln) Reggio Calabria (4,543 mln) e Roma (3,498 mln) rappresentano oltre il 65% del totale nazionale. Un dato che va certamente "localizzato" con riferimento ai delitti del c.d. doppio binario. Tuttavia, fanno eccezione altri Distretti che trattano affari "analoghi", come Napoli, Bari, Lecce e Catania, che hanno "numeri" assai più ridotti.
****
Ricordiamo che l’indennizzo previsto dagli artt. 314 e 315 c.p.p. consiste nel pagamento di una somma di denaro, che non può eccedere l'importo di € 516.456,00, a titolo di riparazione (l’istituto non ha carattere risarcitorio) determinata dal giudice in via equitativa. In calce affronteremo le peculiarità dell’istituto.
L’istituto della riparazione per ingiusta detenzione nel dettaglio
- Ne ha diritto chi, sottoposto a custodia cautelare sia stato successivamente prosciolto con sentenza irrevocabile perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, se non ha concorso a darvi causa per dolo o colpa grave;
- chi é stato sottoposto a custodia cautelare e, successivamente, è stato prosciolto per qualsiasi causa quando con decisione irrevocabile risulti accertato che il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso o mantenuto senza che sussistessero le condizioni di applicabilità previste dagli articoli 273 e 280 del codice di procedura penale;
- chi è stato condannato e nel corso del processo sia stato sottoposto a custodia cautelare quando, con decisione irrevocabile, risulti accertato che il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso o mantenuto senza che sussistessero le condizioni di applicabilità previste dagli artt. 273 e 280 del codice di procedura penale;
- chi è stato sottoposto a custodia cautelare e, successivamente, a suo favore sia stato pronunciato un provvedimento di archiviazione o una sentenza di non luogo a procedere;
- chi è stato prosciolto con sentenza irrevocabile perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, per la detenzione subita a causa di arresto in flagranza o di fermo di indiziato di delitto, entro gli stessi limiti stabiliti per custodia cautelare;
- chi è stato prosciolto per qualsiasi causa o al condannato che nel corso del processo sia stato sottoposto ad arresto in flagranza o a fermo di indiziato di delitto quando, con decisione irrevocabile, siano risultate insussistenti le condizioni per la convalida.
Nel caso di decesso del cittadino che sia stato ingiustamente privato della sua libertà, la legittimazione a domandare la riparazione spetta a:
- il coniuge
- i discendenti e gli ascendenti
- i fratelli e le sorelle
- gli affini entro il 1° grado
- le persone legate da vincoli di adozione con quella deceduta.
La domanda può proporsi entro due anni dal passaggio in giudicato della sentenza da cui promana il diritto o, in caso di archiviazione, dalla notifica del decreto.
17 febbraio 2025
Convegno EPPO, le slides dell'intervento dell'Avvocato Amedeo Barletta*
14 febbraio 2025
Ordine di demolizione in pendenza sequestro penale
Il TAR Catania è intervenuto in tema di rapporti tra sequestro penale dell'immobile abusivo e ordine di demolizione, affermando che la misura cautelare “non si riflette sulla legittimità dell'ordinanza di rimessione in pristino” (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 27 marzo 2024, n. 2899), id est “non influenza la legittimità dell'ordine di demolizione” (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 4 dicembre 2023, n. 10495), così confutando altro orientamento secondo cui l’ordine di demolizione (o di riduzione in pristino stato) adottato nella vigenza di un sequestro penale è affetto dal vizio di nullità, ai sensi dell’art. 21-septies della legge 7 agosto 1990, n. 241 (in relazione agli artt. 1346 e 1418 cod. civ.) e, quindi, radicalmente inefficace, per l’assenza di un elemento essenziale dell’atto, tale dovendo intendersi la possibilità giuridica dell’oggetto del comando (cfr., ex plurimis, Cons. Stato, sez. VI, 16 aprile 2020, n. 2431; T.A.R. Abruzzo, L’Aquila, sez. I, 13 gennaio 2022, n. 11)(sentenza al link).
13 febbraio 2025
Poteri di accertamento del giudice del rinvio in materia cautelare
La Corte di legittimità ha precisato che il principio generale, secondo cui, <<in presenza di annullamento con rinvio per vizio di motivazione, il giudice del rinvio è chiamato a compiere un nuovo completo esame del materiale probatorio con i medesimi poteri che aveva il giudice la cui sentenza è stata annullata, salve le sole limitazioni previste dalla legge consistenti nel non ripetere il percorso logico già censurato, spettandogli il compito esclusivo di ricostruire i dati di fatto risultanti dalle emergenze processuali e di apprezzare il significato e il valore delle relative fonti di prova (Sez. 3, n. 34794 del 19/05/2017, F, Rv. 271345)>> trova applicazione anche con riferimento alla ricostruzione dei gravi indizi di colpevolezza, nella materia cautelare.(pronunzia al link)
12 febbraio 2025
Continuazione tra reato associativo e reati fine.
La Corte di Cassazione ha precisato i presupposti per la configurabilità della continuazione tra reato associativo e reati fine. Al riguardo i giudici della nomofilachia hanno considerato che <<nel caso in cui la richiesta di applicare la disciplina della continuazione abbia
ad oggetto un reato associativo e i reati fine non è sufficiente che i secondi
rientrino nell'ambito delle attività del sodalizio criminoso e che siano finalizzati al
suo rafforzamento (Sez. 6, n. 4680 del 20/01/2021, Raiano, Rv. 280595 - 01;
Sez. 5, n. 54509 del 08/10/2018, Lo Giudice, Rv. 275334 - 02).
In tale ipotesi, infatti, la continuazione tra il reato di partecipazione a
un'associazione e i reati fine può essere riconosciuta SOLO a condizione che il
giudice verifichi puntualmente e in concreto che OGNI specifico reato cui si riferisce
la richiesta sia stato programmato "ab origine" al momento in cui il partecipe si è
determinato a fare ingresso nel sodalizio e che, pertanto, questo non sia legato a
circostanze ed eventi contingenti e occasionali o, comunque, sopravvenuti ovvero
non immaginabili al momento iniziale dell'associazione (Sez. 1, n. 23818 del
22/06/2020, Toscano, Rv. 279430)>>. (sentenza al link)
11 febbraio 2025
Differenze tra indizi cautelari e quelli attinenti la responsabilità.
La terza sezione della Corte di legittimità ha rilevato la differenza tra gli indizi cautelari e quelli ai fini dell'accertamento di resposnabilità, occorendo per i primi la sola gravità. Inoltre i giudici della nomofilachia hanno chiarito i limiti di censurabilità innanzi a sè della valutazione in ordine alla ricorrenza dei gravi indizi cautelari. (sentenza al link)
10 febbraio 2025
La Corte precisa la nozione di attualità del pericolo ai fini cautelari
La Suprema Corte, in tema di attualità del pericolo, ai fini del vaglio delle esigenze cautelari, ha rilevato che <<l'attualità deve essere intesa non come imminenza del pericolo di
commissione di ulteriori reati, ma come prognosi di commissioni di delitti analoghi,
fondata su elementi concreti - e non congetturali - rivelatori di una continuità ed
effettività del pericolo di reiterazione, attualizzata al momento della adozione della
misura, nel senso che l'analisi della personalità e delle concrete condizioni di vita
dell'indagato deve indurre a ritenere probabile una ricaduta nel delitto "prossima"
- anche se non specificamente individuata, nè tanto meno imminente - all'epoca
in cui la misura viene applicata (Sez.2, n.47619 del 19/10/2016, Rv.268508;
Sez.6, n.9894 del 16/02/2016, Rv.266421; Sez.2, n.18745 del 14/04/2016,
4
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
Rv.266749; Sez.2, n.53645 del 08/09/2016, Rv.268977; Sez.5, n.33004 del
03/05/2017, Rv.271216)>>. (sentenza al link)
07 febbraio 2025
La prescrizione si compie all'inizio o alla fine del giorno in cui matura ?
La settima sezione ha confermato l'indirizzo secondo cui la prescrizione si compie alle ore 24 del giorno in cui matura e tuttavia ha ritenuto il ricorso non manifestamente infondato, poiché la tesi prescelta si fonda su una interpretazione giurisprudenziale e non discende direttamente dal dato normativo (provvedimento al link).
06 febbraio 2025
La parte civile NON può impugnare la SNLP emessa in udienza preliminare
La settima sezione della Corte di legittimità investita di un ricorso avverso una sentenza di non luogo a procedere resa in udienza preliminare ha rilevato l'inammissibilità della impugnazione, considerando che <<è inammissibile il ricorso per cassazione proposto dalla persona offesa, costituita parte civile, avverso la sentenza di non luogo a procedere emessa dal giudice per l'udienza preliminare, atteso che, ai sensi dell'art. 428, comma 2, cod. proc. pen., novellato dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, alla persona offesa è consentito proporre esclusivamente appello nei soli casi di nullità previsti dall'art. 419, comma 7, cod. proc. pen. (Sez. 4, n. 14674 del 09/02/2018, Martelli, Rv. 273263 - 01; cfr. pure Sez. 6, ord. n. 2723 del 08/01/2018, Aloe, Rv. 271976 - 01)>> (ordinanza al link)
05 febbraio 2025
COMPENSO PENALE: PARERE CNF
Il COA di Torino ha richiesto al CNF un parere in ordine alla determinazione del compenso in materia penale, come disciplinato dall'art. 12 del DM 55/2014.
Tre i quesiti sottoposti al vaglio del Consiglio nazionale, cui l'Ente ha risposto con il parere n. 54 del 2024:
a) se sia possibile applicare la maggiorazione del 30% quando, per effetto della
riunione di più procedimenti, aumenti il numero di soggetti imputati nel procedimento penale
ovvero soltanto quando aumenti il numero dei soggetti assistiti dal singolo
avvocato.
Risposta: La formulazione della prima parte del comma 2 dell’art. 12 del d.m. n. 55/2014 (“quando l’avvocato assiste più soggetti”) consente l’aumento del 30% solo quando, per effetto della riunione, aumenti il numero di soggetti assistiti dal singolo avvocato; circostanza che non si verifica allorché a seguito della riunione non aumenta il numero di assistiti per l’avvocato;
b) se, in presenza della congiunzione “anche” – gli aumenti previsti nella citata disposizione 1) per aumento del numero dei soggetti e/o delle imputazioni per effetto della riunione ovvero 2) per aumento del numero delle controparti – parti civili o imputati – siano cumulabili (30% per la prima ipotesi + 30% per la seconda ipotesi)
Risposta: La norma di cui all’art. 12, comma 2, d.m. n. 55/2014 (quando il numero dei soggetti ovvero delle imputazioni è incrementato per effetto di riunioni di più procedimenti) non consente di cumulare gli aumenti per la fattispecie di cui al quesito posto. Infatti, se è pur vero che la parola “ovvero” può essere usata in senso sia disgiuntivo che esplicativo, nel caso di specie la formulazione della norma depone nel senso esplicativo, atteso che spiega meglio il significato della prima parte della frase ma non aggiunge una ulteriore fattispecie (a differenza invece, ad esempio, della stessa parola – ovvero – riportata nell’ultima parte del 1 comma del medesimo articolo 12, in cui è evidente la funzione disgiuntiva della parola “ovvero”).
c) se sia corretto individuare ed applicare, per ogni udienza di durata elevata una tariffa oraria, calcolando altresì la fase di esame e studio e la fase istruttoria per ogni singola udienza.
Risposta: non è possibile applicare la tariffa oraria per le udienze di durata elevata, atteso che la tariffa oraria richiede una preventiva pattuizione con il cliente; peraltro, l’attuale disciplina parametrica non prevede una indennità di attesa. Per la determinazione del compenso, avvocato e cliente possono pattuire un compenso orario da commisurare alla durata della prestazione e dell’attività da compiersi in adempimento dell’incarico ricevuto. Non è possibile, altresì, calcolare la fase di esame e studio e la fase istruttoria per ogni singola udienza, atteso che le fasi su cui si calcola il compenso dell’avvocato sono “uniche” per ogni grado di giudizio e non si moltiplicano per ogni udienza.
04 febbraio 2025
Decorrenza del termine per impugnare per il PG.
La Corte di cassazione ha accolto il ricorso di un Procuratore generale distrettuale avverso l'ordinanza di inammissibilità, pronunciata dalla Corte di appello di Bologna, con cui era stata rilevata l'intempestività dell'appello della parte pubblica. Nel caso di specie i giudici distrettuali avevano computato il termine dal giorno del deposito della sentenza di primo grado, tuttavia la Corte di legittimità ha osservato che <<il termine per la proposizione dell'appello avverso la sentenza di primo grado decorre, per il Procuratore generale distrettuale, non dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione (come erroneamente ritenuto dalla Corte di appello), ma "dal giorno in cui è stata eseguita la comunicazione dell'avviso di deposito con l'estratto del provvedimento", ai sensi dell'art. 585, comma 2, lett. d), cod. proc. pen.>>.
03 febbraio 2025
E'possibile ricusare il giudice della prevenzione, ma va esattamente colto il perimetro dell'istituto.
La quinta sezione della Corte di legittimità ha rammentato come <<attesa la natura giurisdizionale del procedimento di prevenzione e la sua incidenza su diritti di rilievo costituzionale, che impone l'osservanza delle garanzie del giusto processo, tra le quali rilievo primario va riconosciuto all'imparzialità del giudice, ad esso è applicabile il motivo di ricusazione previsto dall'art. 37, comma 1, cod. proc. pen. - come risultante a seguito dell'intervento additivo effettuato dalla Corte costituzionale con sent. n. 283 del 2000 - nel caso in cui il giudice abbia, in precedenza, espresso valutazioni di merito sullo stesso fatto nei confronti del medesimo soggetto in altro procedimento di prevenzione o in un giudizio penale (Sez. U, n. 25951 del 24/02/2022, Lapelosa, Rv. 283350 - 01)>>.
Ciò posto, <<ai fini della verifica dell'esistenza di una situazione pregiudicante, è... necessario accertare se nel precedente provvedimento, che si assume
pregiudicante, il giudice abbia operato valutazioni di merito in ordine alla
medesima posizione soggettiva oggetto del procedimento successivo. Tale
accertamento deve essere effettuato non solo attraverso un raffronto fra le
imputazioni, «ma anche e innanzi tutto esaminando le affermazioni, con rilievo
decisorio, fatte dal giudice ricusato negli atti del giudizio dedotto come pregiudicante», essendo necessario stabilire se nella motivazione della relativa
sentenza siano state espresse «valutazioni di merito sullo stesso fatto nei confronti
del soggetto sottoposto a giudizio che siano idonee a costituire una concreta
manifestazione della situazione di oggettiva prevenzione in cui è venuto a trovarsi il medesimo giudicante rispetto al nuovo giudizio che egli è chiamato a rendere»
(Sez. 1, n. 32004 del 30/10/2020, Fazzalari, non massimata)>> (provvedimento al link).
Ultima pubblicazione
Misure di prevenzione e crediti di data certa
Ancora sulla compatibilità del Codice Antimafia, modellato sul sistema normativo fallimentare, con la confisca di prevenzione. Il tema anc...

I più letti di sempre
-
Ieri ultimo giorno per la disciplina pandemica, in tema di impugnazioni, più volte prorogata. Si tratta di disposizioni contenute nel d.l....
-
Andare dietro alle novità della Cartabia è davvero complicato anche per la tecnica di "produzione" normativa. Una legge delega (L....
-
L’indennizzo previsto dagli artt. 314 e 315 c.p.p. consiste nel pagamento di una somma di denaro, che non può eccedere l'importo di € ...
-
Anche la VI sezione aderisce all'orientamento secondo cui il termine a comparire in appello è pari a 40 gg. All'esito di un puntuale...
-
Diamo notizia di un’importante sentenza della Corte di Cassazione che, pur articolata, lascia perplessi quanto all'assenza di una disc...
-
Siamo in queste mani ... (novità dal 6 febbraio 2021 per le opposizioni ex 410 c.p.p.) Come abbiamo visto fin qui ( link ), l’op...
-
Proprio ieri abbiamo dato notizia di un'importante ordinanza del Tribunale di Trapani, che ha ritenuto sufficiente per l'avvocato l...
-
Su questo blog, all'esito di una ricostruzione normativa, confortata anche dalla Suprema Corte, abbiamo sostenuto che l'ultratt...
-
La Quarta Sezione ha affermato che l’art. 573, comma 1-bis, cod. proc. pen., introdotto dall’art. 33, comma 1, lett. a), n. 2, d.lgs. 10 o...
-
👉 Tutta la normativa qui Come già accaduto in altre occasioni i continui confronti con colleghi ci hanno stimolato a pubblicare un post ...