08 ottobre 2023

Realismo e paradosso, di Marco Siragusa - XIX Congresso di UCPI - Firenze 6/8 ottobre 2023 il testo dell’intervento congressuale del Presidente Marco Siragusa]













Realismo e paradosso 
[il testo dell’intervento congressuale del Presidente Marco Siragusa]


È realistico affermare che siamo all’ultimo miglio dal raggiungimento della nostra ragione sociale: la separazione delle magistrature (espressione più efficace di quella “delle carriere”).
Ci sono le condizioni politiche favorevoli (forse) come non mai.
C’è una proposta normativa.
C’è una consapevolezza dell’opinione pubblica che è il frutto di decenni di dibattiti.
È paradossale constatare che raggiungeremo l’obiettivo quando il processo accusatorio sarà già morto e sepolto. Oggi è un malato terminale.
L’intervento (chirurgico) sarà riuscito, ma il malato sarà morto...
La responsabilità non è nostra - o perlomeno non è soltanto nostra -, ma è bene che noi si guardi già alla prossima battaglia, a quella successiva alla separazione delle magistrature: ripristinare il processo accusatorio.
È realistico affermare che per centrare l’obiettivo, all’ultimo miglio, l’Unione abbia fatto una scelta matura: l’unità, senza un aperto confronto interno.
Per la prima volta dopo anni avremo un solo candidato da eleggere. A mia memoria non accade da decenni: Randazzo/Chiusano, Spigarelli/Battista, Migliucci/Scuto, Migliucci/Anetrini, Caiazza/Borzone.
È una scelta di pochi - che io condivido -, e troverà la ratifica di tanti. 
Ma è una scelta della quale occorre tenere conto per aver consapevolezza del futuro dell’Unione.
È paradossale che per centrare l’obiettivo che ci siano prefissi noi abbiamo perduto, per sempre, intelligenze e passioni disinteressate.
Abbiamo pagato un prezzo altissimo, esiziale, alla nostra causa.
Non farò i nomi, ma chiunque bazzichi in questa associazione da almeno qualche lustro ha in mente il nome di un collega - più o meno anziano nella militanza - che l’Unione ha perso e non ha più recuperato. 
La mia è una constatazione. 
Non è un giudizio di valore.
È la constatazione di chi può testimoniare dell’opera di ricucitura tentata da Caiazza e da D’Errico.
Non a caso ho detto che le scelte del passato - quelle precedenti al tentativo di ricucitura - sono state esiziali per l’Unione Statutaria.
Come correttamente sosteneva Giandomenico Caiazza: siamo ormai un’associazione diversa da quella del passato.
Sempre meno federalista e sempre più centralista.
Non è oggi tempo, perché altre sono le priorità, ma prima o poi chi ne avrà la voglia e la responsabilità dovrà farsi carico di adeguare lo Statuto formale a quello materiale.
Il realismo impone di affermare che per percorrere l’ultimo miglio occorre avere la consapevolezza della straordinaria difficoltà dell’obiettivo che centreremo: sottrarre potere politico a chi, la Magistratura, quel potere ha conquistato nel corso dei decenni, dal post fascismo ad oggi. E chiunque abbia letto Antonucci (La Repubblica Giudiziaria) sa cosa intendo.
Il paradosso è che la guerra “ad armi [im]pari” che abbiamo condotto sarà vinta ma ad un costo, per noi, elevatissimo.
Elevatissimo all’esterno, per la morte del processo accusatorio e l’espansione di “procedure altre” (i doppi e i tripli binari di accertamento).
Elevatissimo al nostro interno per le ragioni che ho ricordato.
È soprattutto di questo che dovrà occuparsi la prossima Giunta: evitare che l’ultimo miglio, diventi il miglio verde.
In bocca al lupo a Francesco Petrelli e ai Colleghi della sua Giunta

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