Emanuele Montagna, uomo istrionico e di immensa cultura, non è soltanto un caro amico della nostra Camera Penale. Ad Emanuele ci legano i ricordi e le esperienze, ripetute negli anni, dei suoi corsi di comunicazione persuasiva organizzati a Trapani dalla Camera Penale e dalla sezione La.P.E.C. e Giusto Processo.
Con Emanuele, seguendone la straordinaria serietà e professionalità, ci siamo messi in gioco, crescendo nella storia delle nostre vite; lo abbiamo fatto sperimentando e sperimentandoci, ma anche confrontandoci. Lo abbiamo fatto tra professionisti del processo, Avvocati e Magistrati. Insieme.
Siamo felici di ospitare l'intervista ad Emanuele Montagna nella sezione Foro del nostro blog.
Chi volesse approfondire troverà maggior informazioni su questi siti:
2. Proscenio
Buona lettura
Come è nata questa idea di utilizzare tecniche teatrali in ambito forense?
Non fu una mia idea, ma di un mio caro amico, il Prof. Giovanni Grippo, titolare della cattedra di Diritto Commerciale presso l’Università di Ferrara. Grippo era un grande appassionato di Teatro ed anche un estimatore dei miei spettacoli, così nel 2001, mi invitò a tenere una serie di lezioni di Recitazione presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università di Ferrara. Ci sono rimasto per ben 14 anni. A quei tempi l’operazione fu ritenuta davvero rivoluzionaria. Era la prima volta che accadeva in Italia qualcosa di simile.
Ma per insegnare all’Università bisogna essere laureati…
Nel 1975 avevo conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bari, quindi…tutto in regola. La interazione fra mondo teatrale e mondo processuale penale è scattata quasi automaticamente.
Quali sono i principali punti di contatto fra i due mondi?
L’uso della Voce, la costruzione del periodare secondo schemi originari che si rifanno a Cicerone, a Demostene e alla loro “Rettorica”, la giusta fisiognomica, il linguaggio non verbale, l’utilizzo degli oggetti (penne, codice, fascicoli, occhiali etc) durante le varie fasi del processo penale, l’utilizzo della Toga e della Pazienza, il look, il gioco del ruolo, l’autocontrollo , le tecniche di rilassamento ed altro ancora. Tutte componenti che noi attori usiamo abitualmente in Teatro e che gli avvocati utilizzano in tribunale. In definitiva applico il Metodo Stanislavskij-Strasberg, il modello Actor Studio, al mondo dell’avvocatura, anche civile.
Ci sta forse dicendo, Dottor Montagna, che gli avvocati devono trasformarsi in attori?
Certo, in attori che devono sempre interpretare lo stesso ruolo, quello dell’ad-vocatus….del vocatus ad….pur variandolo a seconda della causa in discussione. La vostra professione, anche se qualcuno ultimamente tenta di svilirla ipotizzando processi on line (proprio come coloro che ipotizzano un aberrante teatro in streaming!) ha bisogno di percezioni visive, uditive, olfattive che sono parte integrante sia di uno spazio teatrale che di un’aula di tribunale. Ed è proprio questa “sensorialità” che caratterizza le due professioni. Sono spettacoli dal vivo.
Chi sono i suoi allievi? Quale tipologia di avvocato frequenta i suoi corsi?
Beh, in prevalenza sono avvocati penalisti, ma anche civilisti alle prese con la micro-comunicazione di una udienza in cui tutto è più ravvicinato e il Rito è attenuato. Ma ultimamente anche qualche magistrato illuminato che tenta con intelligenza una sorta di contatto fra i vari ruoli. E poi imprenditori, manager e tutte quelle professioni a contatto col pubblico.
Lei da tanti anni, quasi pionieristicamente, gira tutta la penisola da Nord a Sud alle Isole invitato da camere penali, dal Lapec, dagli Ordini, da organizzazioni private; che idea si è fatta dell’avvocatura?
Credo che da qualche anno a questa parte si stia formando una nuova figura professionale di avvocato. Una figura che, sempre saldamente ancorata ad una sana tradizione culturale, sta affrontando una nuova era nella quale la Forma venga filosoficamente riaffermata come Sostanza e non più come vuoto contenitore di norme giuridiche. Un grande insegnamento del compianto Ettore Randazzo è racchiuso in un semplice vecchio proverbio siciliano che recita : “ U’fatto è nenti…è comu lu cunti”.
(*) Emanuele Montagna, 69 anni, attore e regista di Teatro, nonché Direttore della Scuola di Teatro Colli in Bologna, una fra le più importanti scuole di Recitazione italiane da 40 anni.
Da 20 anni attivo presso numerose camere penali, laboratori Lapec, UCPI, convegni, dibattiti, tavole rotonde in materia di Comunicazione Persuasiva (troverete maggiori informazioni al 👉link).