La Corte Costituzionale ha emesso la sentenza n. 24 del 2025 (al link), con la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 30-ter, comma 5, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà). Tale articolo prevedeva che la concessione dei permessi premio fosse vietata per due anni nei confronti dei detenuti che avessero riportato una condanna o fossero stati imputati per un delitto doloso commesso durante l'espiazione della pena.
La Corte ha ritenuto che tale norma fosse in contrasto con l'art. 27, comma 3, della Costituzione, che sancisce il principio della finalità rieducativa della pena. In particolare, la Corte ha evidenziato che l'automatismo previsto dalla norma censurata impedisce al magistrato di sorveglianza di valutare in concreto il percorso rieducativo del detenuto e la sua pericolosità sociale, con ciò compromettendo la funzione rieducativa della pena.
La sentenza n. 24 del 2025 rappresenta un'importante pronuncia in materia di diritto penitenziario, in quanto riafferma il principio della centralità della finalità rieducativa della pena e della necessità di una valutazione individualizzata del percorso di recupero del detenuto.