A mente del comma 1 bis dell’art. 445 c.p.p., cosi come novellato dalla c.d. Riforma Cartabia le disposizioni di leggi, diverse da quella penale, che equiparano la sentenza prevista dall'art. 444 comma 2, c. p. p. alla sentenza di condanna non producono effetti, salvo il caso di applicazione di pene accessorie. Sulla scorta di tale disposizione il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'Interno ha dispensato apposito parere con cui si ritiene che l'art. 15, comma 1, del D. Lgs. 31 dicembre 2012, n. 235 (c. d. Legge "Severino"), in base al quale “l'incandidabilità di cui al presente testo unico opera anche nel caso in cui la sentenza definitiva disponga l'applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale” sia da ritenersi implicitamente abrogato.
Ne consegue che chi abbia patteggiato, salvo il caso in cui gli siano state applicate pene accessorie, è candidabile alle elezioni. (parere al link)