La Quinta Sezione penale, in tema di false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali, ha affermato che il bene della fede pubblica, tutelato dall’art. 496 cod. pen., richiede che il giudizio di rilevanza della falsità, ai fini dell’offensività della condotta, sia commisurato non solo alla finalità di identificazione, ma anche a finalità ulteriori, di interesse, oltre che per il pubblico ufficiale richiedente, anche per altri destinatari della dichiarazione.