Come diceva Don Vito Corleone nel film “Il Padrino”, un’offerta che non si può rifiutare: è estorsione ambientale. Corte Suprema di Cassazione – Sezione Seconda Penale – Sentenza n. 27807 dell’11 luglio 2024 al link.
In tema di estorsione ambientale, rilevano soltanto le modalità in sé della richiesta estorsiva, che, pur formalmente priva di contenuto minatorio, ben può manifestare un'energica carica intimidatoria - come tale percepita dalla vittima stessa - alla luce della sottoposizione del territorio in cui detta richiesta è formulata all'influsso di notorie consorterie mafiose (Sezione 2, n. 22976 del 13/4/2017).
Si legge in sentenza: <<la giurisprudenza di legittimità ha sostenuto che la connotazione di una condotta come minacciosa e la sua idoneità ad integrare l'elemento strutturale del reato vanno valutate in relazione a concrete circostanze oggettive quali la personalità sopraffattrice dell'agente, le circostanze ambientali in cui lo stesso opera, l’ingiustizia della pretesa e le particolari condizioni soggettive della vittima, poiché più marcata è la vulnerabilità di quest'ultima, maggiore è la potenzialità coercitiva di comportamenti anche "velatamente" minacciosi (Sezione 2, n. 2702 del 18/11/2015, dep. 2016, Nuti, Rv. 265821 - 01). In altri termini, in tema di estorsione ambientale, rilevano soltanto le modalità in sé della richiesta estorsiva, che, pur formalmente priva di contenuto minatorio, ben può manifestare un'energica carica intimidatoria - come tale percepita dalla vittima stessa - alla luce della sottoposizione del territorio in cui detta richiesta è formulata all'influsso di notorie consorterie mafiose (Sezione 2, n. 22976 del 13/4/2017, Neri, Rv. 270175 - 01)>>.