18 gennaio 2021

La registrazione del Convegno Lealtà, onore e diligenza: i doveri dell'Avvocato

Il video con la registrazione del webinar al 👉 link

Grazie ai relatori - Daniela Troja, Federico Ferina, Domenico Battista e Giandomenico Caiazza - che hanno accettato l’invito della camera penale di Trapani. Grazie ai colleghi iscritti alla nostra scuola.
Grazie ai colleghi - e sono tanti - che si sono collegati da tutta Italia per l’inaugurazione del secondo corso della nostra scuola.
Il 15 gennaio 2021 per la camera penale e il Coa di Trapani è stato un giorno di festa.
Nonostante le difficoltà del nostro tempo, le limitazioni di questo maledetto virus e i disagi - di tutti i tipi - che ne sono derivati, siamo stati collegati da remoto e, sia pure con il dispiacere del virtuale, abbiamo cercato di svolgere il nostro ruolo di camera penale. Nel vastissimo mondo delle istituzioni e delle associazioni forensi, le camere penali sono una “riserva indiana”.
Noi - ciascuna camera penale e l’Unione - non siamo un sindacato che si occupa e si preoccupa dei problemi degli avvocati.
Noi siamo un’associazione che ha a cuore i diritti di libertà del cittadino presunto innocente contro il quale lo Stato, con tutta la sua forza e autorevolezza, muove un’accusa e celebra un processo. Con tutto il corredo - talvolta anche la gogna mediatica - che un processo penale, che è pena esso stesso, comporta.
Questa - e solo questa - è la natura delle camere penali, ed è scritta a chiare lettere nell’articolo 2 dello Statuto dell’Unione che la Camera Penale di Trapani ha a sua volta recepito nel proprio Statuto.
Le camere penali hanno un’altra particolarità: sono 130 in tutta Italia e sono un’associazione federale, non verticistica, che si unisce, mantenendo la propria autonomia, nell’Unione delle Camere Penali. 
Grazie a Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione che, personalmente e con i Colleghi della sua giunta, sta svolgendo un lavoro eccellente.
La Camera penale difende - custodisce gelosamente - questi obiettivi dell’associazione politica e non sindacale, quelli del giusto processo e dell’indipendenza come i valori fondanti del nostro stare insieme.
Del resto, non sapremmo cos’altro ci sia di più politico che il ruolo e la funzione dell’avvocato penalista e tutti cogliamo l’importanza che una professione, in sé politica, trovi uno sfogo collettivo, essendo altrimenti destinata a rimanere nella marginalità degli studi professionali.
Questi, in estrema sintesi, sono i valori delle camere penali.
E in nome di questi valori noi organizziamo le Scuole, a livello territoriale per l’abilitazione alla difesa d’ufficio e a livello nazionale per il conseguimento del titolo di specialista.
Ma fateci dire, che con le nostre scuole ci prefiggiamo obiettivi ulteriori e prioritari a quelli dell’abilitazione alla difesa d’ufficio. 
Ci prefiggiamo gli obiettivi di trasferire ai colleghi i nostri valori, le nostre idee, la nostra visione politica del mondo e del processo penale.
In poche parole: ci prefiggiamo l’obiettivo di creare consapevolezza del ruolo e della funzione dell’avvocato, che nella difesa d’ufficio, la più difficile, trovano la massima espressione.
Non a caso - così volle Ettore Randazzo - le nostre scuole si definiscono di tecnica e di deontologia, perché questo è il processo penale accusatorio: un fatto tecnico che riguarda professionisti del processo che si muovono nel rispetto di regole deontologiche, in un perimetro di lealtà e correttezza, ciascuno interprete del proprio ruolo che, nel caso dell’avvocato, è quello prioritario di lealtà verso l’assistito.
Il processo è il luogo dei galantuomini.
Al diritto penale è riservato il luogo dei criminali.
E spesso, in questo paese, abbiamo confuso i piani e oggi ne paghiamo le conseguenze ...
È dunque per queste ragioni che, ormai per tradizione, inauguriamo la nostra scuola con un incontro aperto al Foro sui temi della deontologia e sull’esempio di un Avvocato.
Quattro anni fa, durante la presidenza di Salvatore Alagna, ricordammo Serafino Famà, assassinato dalla mafia per aver svolto con onore e diligenza il proprio ruolo di difensore.
Oggi lo facciamo ricordando l’esempio di Fulvio Croce, avvocato civilista, presidente del Coa Torino e per tale carica indicato difensore d’ufficio dei brigatisti rossi e da questi assassinato per aver svolto la sua funzione con lealtà, onore e diligenza.
Grazie ai colleghi del comitato di gestione della Scuola - e per tutti al responsabile Salvatore Galluffo - per l’entusiasmo e l’impegno che hanno già profuso e che profonderanno nei prossimi due anni.
Grazie al Presidente del Coa di Trapani, Vito Galluffo, e al Presidente del Tribunale di Trapani, Andrea Genna, per la loro sincera e partecipata vicinanza a questa nostra iniziativa.
Grazie infine a tutti i Relatori che con i loro interventi ci hanno donato momenti di riflessione e di emozione. A ciascuno dei Relatori ci legano sentimenti di stima professionale e talvolta di amicizia. Sono le ragioni per le quali li abbiamo voluti con noi stasera.
Buon lavoro ai colleghi iscritti alla nostra scuola.


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