Con la sentenza che si annota (Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza 12 gennaio – 2 febbraio 2021, n. 3961 Presidente Fumu – Relatore Ranaldi) la Suprema Corte ha confermato i suoi precedenti arresti a mente dei quali <<in tema di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il mero riferimento alla sussistenza di numerosi precedenti penali contro il patrimonio non consente di fondare la presunzione di non meritevolezza del beneficio>> (Sez. 4, n. 15338 del 30/01/2020, Troiano, Rv. 27886701; in termini cfr. Sez. 4, n. 53387 del 22/11/2016, Caruso, Rv. 26868801 e Sez. 4, n. 21974 del 20/05/2010, Di Stefano, Rv. 24730001).
Infatti a mente della pronuncia in esame per ritenere legittima l'esclusione dal benefici <<è necessario che il giudice espliciti le ragioni per le quali l’istante debba ritenersi percettore di redditi, seppur non dichiarati e di provenienza illecita, attraverso il confronto tra il tenore di vita dello stesso e le dichiarazioni fiscali>>.
Si tratta all'evidenza di un arresto che rifiuta il ricorso a mere affermazioni ipotetiche o apodittiche o sommarie (cfr. Sez. 4 n. 32782 del 10/07/2015, Clarizia, n. m.).