A seguito della Relazione al Parlamento del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ci eravamo occupati dell'aumento del numero dei detenuti, nonostante il sicuro successo delle misure alternative alla detenzione, ampiamente intese (post al link).
A seguito della pubblicazione sul sito ministeriale della serie storica (2005-2023) dei detenuti per durata della pena inflitta, riteniamo opportuno tornare sull'argomento (statistica ministeriale al link).
Infatti alcuni dati meritano attenzione: anzitutto il numero complessivo dei ristretti in espiazione è significativamente in ascesa. Infatti a fronte di 36.676 detenuti in espiazione al 2005, a fine del 2023 il dato è pari a a 44.174.
Ma ciò che colpisce è l'andamento del numero di detenuti in esecuzione di pene detentive c.d. brevi. Se infatti il dato dei condannati in espiazione di pene fino ad un anno e due anni è diminuito rispetto al 2005, è anche vero che il trend di questi ultimi è in costante progressione dal 2020 (quando era pari a 2.128 persone), avendo raggiunto la rilevante cifra di 2.915 individui.
Ma soprattutto suscita degli interrogativi il quantum dei detenuti in espiazione di pene detentive tra due e tre anni, lievitato da 4.159, nel 2005, a 4.704, e quello inerente i detenuti in espiazione di pene tra tre e quattro anni, passato da 4.970, sempre nel 2005, a 4.987.
Dunque, nonostante l'ampliamento del catalogo di misure alternative latamente intese e di pene cui esse sono applicabili, le pene detentive brevi restano un aspetto assai significativo della esecuzione intramuraria.
Forse, ci vorrebbe un'analisi approfondita del perchè i numeri del pianeta carcere, nonostante tutte le riforme, continuino a progredire, talora anche rispetto a condannati in espiazione di pene detentive brevi.