19 febbraio 2022

PORTALE DEPOSITO ATTI PENALI: UNA GRAVE FALLA CHE LEDE IL DIRITTO DI DIFESA - DI MARCO SIRAGUSA

 





La questione sulla inefficienza e sulla pessima progettazione informatica del PDAP (portale deposito atti penali) è stata spesso all'attenzione del nostro blog (al link l'intera sezione Processo Penale Telematico; contributi a: link1, link2, link3link4). 

Siamo consapevoli che il sistema, se funzionante, potrebbe costituire una importante novità e potrebbe "contribuire" a centrare l'obiettivo del PNRR ovvero il prestito concesso dall'Europa - a tassi agevolati, ma pur sempre di prestito si tratta - a condizione che si riducano i tempi processuali e il "carico dei pendenti" del 25%.

Tuttavia, come sa chiunque viva la quotidianità, la progettazione informatica non ha coinvolto né gli avvocati né gli amministrativi che si occupano del portale nei singoli uffici, con la conseguenza che il Portale è un inutile orpello progettato da informatici non competenti degli affari di giustizia.

In questi giorni abbiamo scoperto una gravissima falla del sistema che attenta al diritto (inviolabile) di difesa.

I fatti

La Procura procede per un'ipotesi di reato con fascicolo iscritto a modello 44 (a carico di ignoti). Ad un certo punto delle indagini, il PM ritiene di identificare il soggetto da indagare per iscrivere a Modello 21 (noti). L'indagato viene identificato, elegge domicilio e si riserva di nominare il suo difensore di fiducia. 

Ecco il verbale di identificazione omissato:



Il difensore, dal canto suo, raccoglie la nomina con l'unico numero disponibile (quello del Mod 44) e cerca di depositare la nomina sul portale.

Ecco la nomina depositata:



Tuttavia, il sistema, per i fascicoli a Modello 44 ancorché in fase di "transito" a Modello 21 (noti), non prevede nel menù a tendina la possibilità di depositare la nomina (è previsto solo per il difensore della persona offesa). 

Ecco lo screenshot del portale:



Il difensore si arma di pazienza e chiede il rilascio di una certificazione 335 cpp, che tuttavia non reca il numero del Modello 21, in quanto il PM non ha ancora ricevuto la notifica (cartacea!) del verbale di identificazione e non ha quindi potuto procedere ad iscrivere a Modello 21.

Risultato? Un atto investigativo (verosimilmente l'interrogatorio) sarà ritardato dall'inefficienza di chi ha progettato questo inutile orpello informatico.

Mentre denunciamo con forza la lesione del diritto di difesa, dal momento che l'indagato non può compiere un semplice atto (depositare la nomina del suo difensore), domandiamo: come si vogliono  impiegare i quattrini  a prestito dell'Europa? e come si intende ridurre il 25% del carico?

Dubitiamo che le competenze informatiche appaltate dal Ministero daranno una risposta a questi semplici interrogativi … 


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