Ieri, il Corriere della Sera
ha dato conto di un'altra inchiesta nata dalle dichiarazioni della persona
offesa del procedimento a carico di alcuni ragazzi, tra cui il figlio di un
noto uomo genovese dal multiforme ingegno. Oggetto delle nuove indagini sarebbe,
secondo quanto riportato dal quotidiano milanese, un ulteriore stupro, di cui
la ragazza sarebbe stata vittima in un campeggio norvegese l'anno precedente,
rispetto a quello in cui sarebbe consumata la violenza ascritta agli
indagati.
Non sorprende l'ampia
circolazione di notizie in tesi coperte da segreto, rispetto alle quali il
padre dell'ulteriore accusato, è intervenuto, con apposito messaggio whatsapp,
manifestando la disponibilità del figlio ad essere ascoltato dalla magistratura
italiana.
Invece sconcertano le ragioni, illustrate dal Corriere, per le
quali il Procuratore che si occupa della vicenda avrebbe iscritto il caso a
modello 44.
Secondo la testata infatti il magistrato <<ha PREFERITO la
via dell'inchiesta contro ignoti, che significa più cose: per
esempio non lasciare spazio a nessuna critica sulla non azione della Procura
(sia pure a molti mesi dalla notizia di reato); e poi significa fare
accertamenti esplorativi sul fatto e sul diritto (dal punto di vista di
procedure e norme di quel paese) E, NON ULTIMO, SIGNIFICA
DEPOTENZIARE L'IMPORTANZA CHE I DIFENSORI POTREBBERO ATTRIBUIRE A
QUELL'EPISODIO E A QUELL'IPOTETICO TESTIMONE>>.
Immagino che tali
considerazioni non provengano dal magistrato e che egli non tarderà a rilasciare
una secca smentita. Infatti, per quanto io pensi
che l'iscrizione di una notizia di reato comporti spesso una qualche
valutazione discrezionale in ordine alla ricorrenza della stessa notitia
criminis, tale discrezionalità NON POTREBBE MAI ESSERE USATA per
danneggiare le tesi difensive, perché ciò rappresenterebbe uno sviamento di
quella discrezionalità.
Tuttavia non colgo come la versione offerta dalla testata milanese non abbiano suscitato forti prese di posizione, tutte tese a rimarcare che essa, nel nostro paese, non è neppure concepibile: non è pensabile che non si iscriva una notizia di reato per danneggiare le difese. Non in Italia.