26 settembre 2021

Il garbo e l’imbarazzo - di Marco Siragusa

Congresso UCPI - Roma 24-26 settembre 2021 - l'intervento del Presidente della Camera Penale di Trapani, Marco Siragusa



I Congressi, come i processi, vivono di sensazioni.

Due sono le parole che qualificano questo Congresso: garbo e imbarazzo.

Il garbo della Ministra Cartabia nell’esporre le ragioni di una riforma che ha uno scopo (ridurre del 25% i tempi del processo con i soldi dell’Europa), e l’imbarazzo di difenderla glissando sull’evidenza che origina dal suo vizio genetico: l’improcedibilità.

Il garbo di Vittorio Manes nel difendere i lavori della commissione Lattanzi e l’imbarazzo di non poter dire - expressis verbis - che la soluzione B sull’improcedibilità era affidata alla scelte della politica e non era l’opzione della commissione.

Il garbo di Oliviero Mazza nel trovare il buono della riforma e l’imbarazzo di dover ammettere che la riforma è migliorabile solo estendendo la regola di improcedibilità alle indagini preliminari, sfruttando la leva della norma in bianco contenuta nella legge delega.

Il garbo di Giorgio Spangher nel ricondurre a “sistema” la riforma della Commissione Lattanzi e a “non sistema” le scelte della politica (quella dei tutti dentro), e l’imbarazzo nel rappresentare i problemi - enormi - che l’improcedibilità produrrà.

Il garbo di questo congresso nell’alzarsi in piedi per rispetto alla Ministra, e l’imbarazzo di dover registrare una standing ovation a chi ha detto quel che tutti sappiamo: il processo accusatorio è morto.

Il garbo della Giunta - abile nel muoversi tra le ragioni del fare politica - e l’imbarazzo di sapere - sempre la Giunta - che il sentimento comune di tutti noi è quello della standing ovation a chi, con commozione nel ricordo di Delfino Siracusano, sussurra la morte del processo del 1989.

Il garbo della Costituzione e del suo rispetto, e l’imbarazzo delle regole dell'articolo 101, “la linea oltre la quale non si può andare” come qui ha detto la Ministra Marta Cartabia.

Il garbo della prima regola dell'articolo 101 Cost.: la giustizia è amministrata in nome del popolo, e l’imbarazzo della sua applicazione: il popolo è buttato fuori dai palazzi di giustizia in tutti i giudizi di impugnazione che saranno camerali (accade in Italia e accade in Francia, come abbiamo sentito al congresso).

Il garbo del potere, ma l’imbarazzo di esercitarlo su mandato e senza i controlli del (popolo) mandante.

Il garbo della seconda regola dell’articolo 101 Cost.- i giudici sono soggetti alla legge - e l’imbarazzo di constatare che i magistrati - fuori ruolo - sono i creatori della legge poi ratificata dalla politica sub-valente. E quando essi (i magistrati fuori ruolo) non riescono con la legge, riescono sempre i magistrati con l’interpretazione, talvolta a Sezioni Unite, poi ratificata dal Parlamento (Riforma Orlando docet). E qui, devo dire pubblicamente bravo - come gli ho detto in privato - al Presidente Caiazza per il suo documento diramato venerdì e per il programma di governo presentato al Congresso.

Il garbo di un programma di governo dell’Unione (link) - condivisibile e autorevole - e l’imbarazzo di non aver discusso dei temi interni.

Il garbo del dialogo e l’imbarazzo del silenzio.

Questo Congresso è tutto qua, tra garbo e imbarazzo.

Il video dell’intervento al link

Ultima pubblicazione

Formalità querela ai fini della sua esistenza.

    Per la quinta sezione della Corte di cassazione, la querela priva di autentica, per quanto depositata da un avvocato esplicitamente del...

I più letti di sempre